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Riflessione

La bellezza e la forza del Rosario

Cari lettori e lettrici, in questo 2019 il mese di maggio ci sta restituendo delle giornate uggiose e tutta la natura pazienta in attesa dell’esplosione estiva, con la sua carica di positività, colore ed ottimismo. Nonostante il grigiore, se osserviamo con attenzione, possiamo ammirare le rose, di ogni genere e varietà, spuntare nei giardini privati, oppure spontaneamente tra il verde delle campagne. La rosa è il fiore di Maria ed a Lei rivolgo un pensiero ogni volta che ne ammiro una, specie in questo tempo, nel quale ci si organizza nelle case o in centri di preghiera per la recita del Santo Rosario, la pratica di devozione in onore della Madonna che tutti conosciamo. Il nostro Montegranaro vanta circa una ventina di luoghi che, nei vari quartieri, sono aperti per accogliere i devoti, senza contare quanti nelle proprie case si riuniscono in preghiera, nel rispetto della tradizione. Quella del Rosario è una storia che ha radici molto antiche.  A partire dal XIII sec. si introdusse la pratica di recitare la preghiera mariana in sequenza, a formare una corona, che nell’accezione latina equivale ad una ghirlanda di rose. Pertanto, quando ciascuno di noi recita un rosario sta omaggiando la Vergine Maria, la più pura e bella delle creature, con un tributo floreale che è un gesto di gratitudine ma anche un modo per ottenere la Sua vicinanza, in quanto è Lei la via più sicura ed anche quella più semplice, per arrivare a Gesù. Dai Fioretti di San Francesco apprendiamo che il frate, in estasi, vide una grande scala che conduce in cielo ed in cima a questa Maria che attende i suoi figli. Questa immagine ci suggerisce che la via per il Paradiso è un percorso in salita che richiede sacrificio per elevarsi spiritualmente affinché il Mistero di Dio possa essere svelato. Attraverso il Rosario la nostra Anima sperimenta quella pace che sovrasta l’intelligenza ed è la condizione per meditare i misteri della vita di Cristo. È stato san Domenico ad introdurre nel 1214 i misteri della gioia, del dolore e della gloria, ciascuno di essi racchiude il racconto per immagini di cinque scene del pellegrinaggio terreno del Figlio di Dio. Ai nostri giorni San Giovanni Paolo II ha aggiunto i misteri della luce, che fotografano le scene più significative della vita pubblica di Gesù. Prendo in prestito, a sostegno della riflessione, una frase di una scrittrice statunitense, Edith Wharton, secondo cui: “ci sono due modi per diffondere la Luce, essere candela oppure lo specchio che la riflette”. Maria è lo specchio del Figlio, attraverso di Lei, invocandoLa e salutandoLa tante volte quanti sono i grani del Rosario, noi possiamo elevarci dalla nostra condizione presente di corporeità e lasciarci sfiorare dai raggi di Luce di Cristo. Come ha osservato San Giovanni Paolo II, benché associato a Maria, il Rosario è una preghiera fortemente cristologica, poiché è un modo per tendere, se pur nel limite presente, verso quella che sarà la meta finale, ovvero essere ammessi a godere del Volto di Gesù, una volta purificati. È bello raccogliersi in preghiera, abbandonando le attività quotidiane per un po’ e lasciarsi accompagnare dalla Bella Signora in questo viaggio meraviglioso nel quale la Luce dello Spirito ci permette di avvicinarci al Figlio di Dio, ammirando le immagini della sua vita, morte e resurrezione e permettendo alla nostra Anima di riconoscerle, così da non perdersi nella confusione dello spirito del mondo. Il Rosario è un vero gioiello da esibire con fierezza e da tutelare perché anche le generazioni future ne comprendano l’inestimabile valore come strumento per la conversione, la consolazione e la salvezza. Un saluto, Raissa.