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Riflessione

Un Amore di oltre settant’anni

La storia di Marcello e Marilena

Quella di Gaetano Di Rosa, che tutti in paese conoscevano come “Gaetà de Fabbrì” (il padre si chiamava Fabrizio), era proprio una bella famiglia, fatta da persone molto rispettabili e responsabili, lavoratori seri e coscienziosi, che abitavano in piazza Mazzini, nel vecchio palazzo di “Darviere” Rossini (ossia del padre di Fiammetta), edificio che poi fu ricostruito dopo la guerra. A tal riguardo abbiamo incontrato uno dei discendenti del capostipite Gaetano il quale, con la moglie Clorinda, ebbe ben dieci figli, il penultimo dei quali, nato nel 1929, è l’attuale nostro concittadino Marcello Di Rosa. Già a 18 anni quel giovanotto iniziò a frequentare Marilena, la figlia di Cesare Pizzuti, detto “Cesare de Cenciò” e, dopo qualche anno di fidanzamento, i due si sposarono nell’aprile del 1954. Abbiamo deciso di parlarne perché non capita a tutti di vivere un amore che ormai dura da oltre un settantennio. Marcello inizialmente lavorò come operaio nel Calzaturificio Botticelli ma quel giovanotto era una persona di grande volontà e qualità tanto che, da solo, imparò a fare il libro paga, cosa questa che pochi sapevano fare a quel tempo e così nel ’50 entrò come impiegato nel calzaturificio “Zeis”, che il futuro cognato Dino Pizzuti, aveva fondato nel ’48. Da allora Marcello restò con quell’azienda per 43 anni, redigendo il libro paga anche per altre aziende artigiane del paese. Eppure Marcello aveva frequentato solo le elementari e l’avviamento professionale ma, si sa, la buona volontà spesso sopperisce alla preparazione scolastica. Nel ’62 ebbero dall’INA-Casa un appartamento “a riscatto” a San Liborio dove abitano tutt’ora. Nel frattempo era nato Paolo (nel ’55), poi i gemelli Orietta e Guglielmo nel 1960. Marcello è stato da sempre è vicino alla nostra Chiesa, prima servendo la messa del Priore Don Dante Filomeni, poi facendo parte, per oltre 60 anni, del coro parrocchiale, attivo nelle chiese di S. Francesco e di S. Serafino. Per oltre 10 anni ha partecipato attivamente alla vita politica di Montegranaro ricoprendo anche l’incarico di Assessore al bilancio; ma un altro grande merito di Marcello è sicuramente quello di poter essere considerato nel gruppo fondatore della Sutor, insieme al fratello Lelio, a Leonello Manzetti, ecc. e di aver rivestito il ruolo di Ufficiale di campo per oltre 25 anni. Ma certo non è andato sempre tutto liscio. Infatti, quand’era sposato da appena tre anni e Paolo era molto piccolo, fu colpito da una malattia tanto grave da costringerlo al ricovero per quasi 8 mesi negli ospedali di Fermo e di Ascoli. In quella occasione la famigliola fu messa a dura prova. Marilena gli faceva visita solo il sabato, utilizzando naturalmente i mezzi pubblici delle autolinee Cardinali e Marozzi, con in braccio il piccolo Paolo di appena due anni. Ma anche Marcello non demordeva e una volta al mese si faceva portare in ospedale i libri contabili per continuare il suo lavoro, perché non voleva assolutamente abbandonare le ditte che seguiva. E la malattia era piuttosto grave, tanto da obbligarlo al consulto con lo specialista di Ancona del tempo, il Prof. Patrignani. Ma lui pensava di non voler, né poter fare altrimenti. Intanto a casa Marilena continuò a “cucire” le scarpe come orlatrice, dedicandosi anche alla cura della famiglia e della casa. Ci racconta Orietta, figlia di Marcello e Marilena, che ringrazio per la totale collaborazione: “…ora mio Padre e mia Madre sono nonni di 6 nipoti e bisnonni di 4 pronipoti ed un quinto è in arrivo. Dopo 67 anni di matrimonio e di vita in comune, nonostante la pandemia che ancora li costringe a casa e che ne limita le relazioni con gli affetti più cari, è meraviglioso vedere i loro sguardi pieni di amore, la vicendevole preoccupazione per la loro salute e il sostegno reciproco. Ormai vivendo in maniera simbiotica da tanto tempo, non possono fare a meno l’uno dell’altro. Per noi figli è sicuramente motivo di orgoglio vedere ciò che erano, ciò che sono e ciò che, grazie a loro, noi siamo diventati. Un bell’esempio di vita matrimoniale da trasmettere alle future generazioni”