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Giovani e santità: improponibile o possibile?

Cosa può dire San Serafino, un vecchietto con la barba lunga, vissuto più di 400 anni fa e diventato santo ad un giovane di oggi che vorrebbe diventare santo anche lui? Qual è l’esempio che il fraticello nato a Montegranaro può regalare alla vita di noi giovani del XXI secolo? La veglia notturna, tra il 13 e 14 ottobre, dei giovani montegranaresi, ruota proprio intorno a questo tema: si può essere santi…giovani? Gioventù e santità sono coniugabili oppure l’una esclude o allontana l’altra? Fortunatamente, esistono esempi di santi (o quasi) che hanno raggiunto questo traguardo…da giovani! La veglia incentra i momenti di riflessione su tre figure del nostro tempo, due ragazze e un ragazzo di 18, 28 e 15 anni, giovani quindi, che sono già un passo avanti sulla strada della santità. Ragazzi prodigio, penserete voi; bambini speciali a cui è stato fatto un dono speciale… e invece la cosa sorprendente non è tanto il fatto che stiano diventando santi così presto. Ciò che sconvolge è il fatto che, guardando le loro vite…non vi si trova niente di speciale! Niente di paranormale, niente di epico, niente di straordinario, niente che faccia pensare che se ne andassero in giro con un’aureola in testa.Chiara “Luce” Badano, Chiara Corbella Petrillo e Carlo Acutis sono stati, anzi SONO giovani che hanno “semplicemente” vissuto la loro vita. Dico “semplicemente” perché all’apparenza non sono state vite facili, eppure le loro non sono state esistenze “pesanti”. Ognuno di loro ha regalato a Dio il posto d’onore, la posizione centrale, quella più importante nella loro vita. Dio è stato il protagonista di queste vite, l’unica causa e l’unico scopo. Dio è stato per loro amico, fratello, confidente e a volte anche un punto di sfogo quando inevitabilmente veniva da chiedersi: “perché?”. Per concludere, una notte piena di riflessioni che non lasciano il tempo che trovano. Una notte a contatto con vite che si rivolgono a tutti noi, nessuno escluso, perché parlano “la nostra lingua”, quella della normale quotidianità di chi costruisce passo dopo passo la propria strada verso la santità…la stessa lingua di quel piccolo fraticello analfabeta nato a Montegranaro che sin da ragazzo ha detto il proprio Sì a Dio senza nessuna pretesa. In un’epoca in cui la santità era considerata solo come un insieme di atti eroici e prodigiosi, lui ha semplicemente e totalmente detto Sì. Un Sì che ha risuonato nei secoli ed è uscito da altre bocche, anche giovani, che ci fanno capire che sì, la santità e la gioventù possono tenersi per mano e dare vita a generazioni di ragazzi felici, gioiosi che non si lasciano trascinare dalla corrente travolgente di questo secolo, ma imparano a nuotare con essa senza staccare lo sguardo dall’unico vero salvagente: il nostro amico Dio che, a detta di papa Francesco, è un giovane come noi! (Giulia Lucentini)