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Vita pastorale

“Nel canto di fraternità mille voci si uniscono”. L’esperienza dei cori di Montegranaro

“Nel canto di fraternità mille voci si uniscono: un cuor solo, un solo spirito, nulla ci separerà da Te.” Solo un anno fa tutti i componenti dei cori di Montegranaro che animano le nostre messe domenicali si sono riuniti in un unico grande coro. Unirsi e collaborare non è mai facile, eppure c’è sempre qualcuno che immagina e vede la bellezza oltre la fatica. Ci si unisce perché qualcuno sa che l’impegno e le ore piccole portano a un risultato che ti fa dimenticare di aver corso e dormito poco perché le occhiaie sono coperte dal sorriso delle persone, felici di essere parte di un’esperienza bella e formativa sotto tanti punti di vista. Per la prima volta ci sono stati dei maestri esterni (Gloria Strappa, Roberta Di Rosa, Thérèse Henderson e Alessandro Cappella) che ci hanno preso per mano, non per insegnarci a cantare, ma per dimostrarci che ognuno di noi è uno strumento prezioso, che realizza il proprio potenziale all’interno di un contesto di insieme, che non sarebbe lo stesso senza le singole voci di ogni corista. Insomma: un coro non esiste senza le voci dei coristi e ogni corista è unico e indispensabile…insostituibile! A coloro che, un anno fa, hanno avuto modo di partecipare alla celebrazione per la santa Cresima e alla celebrazione per la festività di San Serafino, vorrei dire, che anche se all’apparenza saranno state celebrazioni come tutte le altre, magari un po’ più lunghe, quello che hanno visto e sentito è stato straordinario e per chi ha vissuto quest’esperienza dall’interno saranno momenti che difficilmente verranno dimenticati. Forse per la prima volta ci siamo sentiti parte di un qualcosa di più grande delle nostre piccole realtà. Forse per la prima volta abbiamo visto che “…si può fare di più, perché è dentro di noi”. Forse per la prima volta il seme dell’unità ci ha mostrato i suoi frutti di bellezza, collaborazione, rispetto e stima reciproca. Abbiamo stretto legami, capito che anche se in fondo abbiamo “solo cantato insieme”, in realtà ci siamo fatti presenti gli uni per gli altri, lavorando sodo, studiando anche con mille difficoltà ma sempre sostenendoci, aiutandoci, prendendoci per mano per non smettere di camminare insieme. Stavolta parlo in prima persona perché ho avuto la grazia di essere parte di tutto ciò. Ho visto sorrisi, abbracci, così come ho visto momenti di sconforto, attimi in cui tutto sembrava inutile, sconnesso, impossibile. Io stessa a momenti non ci ho creduto. A volte sono stata io quella che pensava fosse meglio lasciar perdere perché troppo complicato, troppo impegnativo per le nostre forze. E invece siamo andati avanti perché qualcuno non ha mai smesso di crederci, neanche per un momento. I nostri maestri di sempre, dalla testa dura e il cuore buono, hanno sempre ascoltato chi diceva che non ce l’avremmo fatta, ma hanno sempre saputo, in qualche modo, che qualunque fosse stato il risultato, non poteva non essere buono. Questo tipo di speranza ora un po’ ci manca, perché ci manca chi faceva di tutto per infondercela. Riccardo, che aveva da sempre il desiderio di farci fare questa esperienza come cori uniti e che si è speso per realizzarla, ci lascia la grande responsabilità di portare avanti e far crescere questa realtà. Lui ci ha aiutato a vedere quella bellezza oltre la fatica, ci ha dimostrato che quello che sembrava irraggiungibile, in realtà era alla portata di tutti. La sua partenza ci lascia tutti un po’ vuoti. Io spero solo che quello che ha iniziato a costruire non resti “un cantiere”, ma che troviamo la forza di portarlo avanti, con un po’ del suo spirito di iniziativa e, perché no, quel sognare un po’ troppo ad occhi aperti per cui spesso lo prendevamo bonariamente in giro. Spero che il nostro cuore si ricolmi di quella “speranza che non tramonterà”, che ci fa essere certi che in fondo il suono della sua chitarra non smetterà mai di accompagnarci.