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Riflessione

UN TESORO DI FEDE. LE RELIQUIE DEI SANTI A SAN SERAFINO

Forse non tutti sanno che nella chiesa di San Serafino, aperta al culto dei fedeli montegranaresi nel maggio dell’anno 1777, sono conservate centinaia di reliquie di Santi e Martiri cristiani provenienti dall’Italia e dal mondo, raccolte dai frati minori Cappuccini negli oltre tre secoli (gennaio 1570 – dicembre 1903) di loro permanenza a Montegranaro. Le antiche reliquie, conservate in ostensori di vario tipo e pregio, sono custodite all’interno degli splendidi tre altari lignei del presbiterio realizzati dell’artigiano Alessio Donati di Offida nel settembre del 1784. Tra loro sono conservate anche reliquie del corpo di San Serafino e oggetti appartenuti a lui, come il libretto di preghiere detto “delle sette corone” e come parti della tonaca e del cilicio che il Santo montegranarese indossava per penitenza. Ma su di loro ci sarà modo di reliquiesoffermarsi in altra occasione. La storia delle reliquie è legata alla storia dei pellegrinaggi cristiani. Erano soprattutto i pellegrini che andavano a Gerusalemme e a Roma che riportavano reliquie, che poi erano regalate a persone care rimaste a casa, o donate direttamente alle chiese o agli ordini religiosi. Ci sono molti antichi documenti che parlano dei regali fatti dai patriarchi di Gerusalemme ai pellegrini più importanti i quali, tornavano dai pellegrinaggi con importanti reliquie ricevute o trovate nella città santa o in altri luoghi sacri. Tutto incominciò con i primi martiri. Sono stati proprio i corpi ei martiri cristiani a costituire le prime reliquie durante i primi secoli dopo Cristo, quando i cristiani venivano perseguitati e uccisi a causa della fede. Poiché, secondo l’usanza del tempo, i loro corpi dovevano necessariamente essere sepolti fuori dalle città spesso, per devozione, si asportavano parti della salma che si custodivano in luoghi appropriati dove potevano essere venerate. Sembra che le più insigni reliquie siano state portate dalla Terra Santa da Sant’Elena. La parola reliquia deriva dal latino “reliquiae” (avanzi, resti) e con essa si intende ciò che rimane di qualche cosa, in particolare i resti di una persona morta, ma anche gli strumenti del martirio, gli abiti e altri oggetti che fossero appartenuti al santo o al martire. Il Concilio Vaticano II afferma: «La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare». Attraverso la venerazione di ciò che era rimasto del loro passaggio sulla terra, si manifestava la venerazione della loro vita, del loro esempio, e una comunione misteriosa con loro. Infatti noi invochiamo i santi perché essi a loro volta intervengano presso il Signore, sempre fine ultimo della preghiera. Venerare una reliquia è venerare la misericordia di Dio che si è realizzata nel santo. Pregare davanti al corpo di un santo è ringraziare Dio che lo ha sostenuto nel cammino della santità. Ecco dunque il significato della venerazione delle sante reliquie. Esse non sono oggetti con cui farne un uso “magico”, non sono “talismani” per proteggerci o per “portarci reliquie_sserafinofortuna”. Guardando al luminoso esempio dei santi lo scopo della venerazione delle sante reliquie quello è di risvegliare in noi il grande desiderio di assomigliare ai santi, di essere come i santi, ossia di essere felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. Essere santo significa infatti vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti Cristiani, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II. I santi sono per noi amici e modelli di vita. Invochiamoli perché ci aiutino a imitarli e impegniamoci a rispondere con generosità, come hanno fatto loro, alla divina chiamata.  La Chiesa oggi ci indica una schiera infinita di queste bellissime persone. Sono i santi, nostri grandi amici. Persone tra loro tanto diverse: per età, condizione sociale, temperamento, epoca in cui vissero. C’è tra essi chi ha fatto cose talmente strabilianti da metterci a disagio. Sono i martiri che ogni secolo ha conosciuto. Coloro che per amore a Cristo, agli uomini, alla Chiesa e al mondo, non mentirono, non tradirono, non rinnegarono. Nemmeno la tortura li fece retrocedere. Le sante reliquie, approvate dalla Chiesa, non sono quindi soltanto “frammenti di antichità”, ma la loro venerazione è puro desiderio di essere santi come coloro a cui sono appartenute, di assomigliare a questi nostri grandi amici. Daniele Malvestiti