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Riflessione

Rari i documenti su San Serafino e la sua famiglia

Su San Serafino da Montegranaro si è detto e si è scritto molto. I numerosi biografi hanno cominciato a raccontare la sua vita pochi decenni dopo la sua morte ed oggi le sue biografie sono diffuse ovunque, essendo state tradotte in inglese, in tedesco, in spagnolo, ecc. Su di lui esistono poche tracce nei documenti del tempo, quasi tutte rilevabili dai libri del “Consiglio Generale” della Città di Ascoli Piceno. Negli archivi storici di Montegranaro, se non direttamente sul Santo, furono invece rinvenute alcune importanti notizie sulla sua famiglia, ossia sui Piampiani. La ricerca fu effettuata dal nostro concittadino Domenico Svampa, che nel 1879 trovò diversi atti relativi ai Piampiani. Da tali atti è stato possibile risalire a diversi dati “certi” su quella famiglia ed a dedurne molti altri. Ad esempio tutti i biografi antichi scrissero che San Serafino era il minore di due fratelli, ma in realtà il nostro santo fu invece terzo di quattro figli. I suoi genitori, Girolamo Piampiani e Teodora Gioannuzzi, si sposarono il 16 gennaio del 1524, quando Monte Granaro faceva contare solo 1292 abitanti. Girolamo, che di mestiere faceva il muratore e Teodora (casalinga), andarono ad abitare in una casa della Parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo e dalla loro unione nacquero quattro figli: Marina nel novembre del 1524, Silenzio nel 1536, Felice (San Serafino) nel 1540 e Camilla nel 1543. Tutti i biografi scrissero anche che la famiglia di San Serafino era poverissima quando, in realtà, col passare degli anni le loro condizioni economiche migliorarono. Infatti, negli atti analizzati dallo Svampa si legge che la famiglia Piampiani possedeva una casa di proprietà (ed a quei tempi non era poco), che Silenzio morì nel 1550, che nel 1552 la vedova Teodora incassò una discreta somma e che la famiglia in paese possedeva (oltre a quella d’abitazione) un’altra piccola casa. E tutto ciò non significava essere poveri. Tutte e due le sorelle di San Serafino si sposarono a Monte Granaro con due compaesani: Marina nel 1544 con Nicola Pennesi e Camilla, nel 1561, con Matteo Scattoni, mentre il fratello del Santo, Silenzio, si sposò nel 1566 Lisa di Aloisio e quindi, alla morte di questa, una seconda volta nel 1592 con una paesana di nome Maria. San Serafino, fu dunque il terzo figlio, nacque nel 1540, e alla nascita fu battezzato nella chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo. Felice non frequentò alcuna scuola mentre, a nove anni, fu mandato a lavorare in campagna da un certo Carlo de Spalleggia, che gli faceva pascolare alcune pecore. Sappiamo che, alla morte di Girolamo, l’attività di muratore fu proseguita dai due fratelli maschi, seppur giovanissimi.  Ma San Serafino non era proprio adatto al mestiere di muratore, così nel 1557 entrò in convento, quindi pronunciò i voti ed infine divenne frate, un frate molto particolare, diverso da tutti gli altri. Nei processi canonici tenutisi Fermo e ad Ascoli Piceno, le testimonianze riferiscono che, il religioso montegranarese (che non sapeva né leggere né scrivere), era tanto umile, dimesso e così straordinariamente devoto e remissivo, da sembrare quasi un po’ “strambo”. Vestiva con una tunica lacerata, i suoi sandali era sempre malconci e si inchinava quasi a baciare i piedi dei superiori che, per questi suoi atteggiamenti, lo rimproveravano per correggerlo. Ma questo fu solo l’inizio della vita religiosa di quel frate così “strano” che, alla fine, poiché in nome dell’Onnipotente Dio compiva fatti prodigiosi, tutta la Marca d’Ancona venne a conoscerlo. Così ogni città di quella Provincia Pontificia se lo disputò sino a che, Ascoli Piceno non ottenne di averlo nel convento di S. Maria in Solestà dove restò per circa dodici anni e mezzo. Perché, si legge nella Bolla di Canonizzazione, “…quanto egli fu povero di ricchezze terrene al cospetto degli uomini, altrettanto fu ricco di grazia al cospetto di Dio… egli, sebbene illetterato e analfabeta, pur nulla meno superò di gran lunga i sapienti ed i dotti, attingendo dal libro scritto che è Gesù Cristo, tanto copia di celeste dottrina da essere annoverato tra i principali discepoli del Divino Maestro”. San Serafino, grande Santo montegranarese, prega per noi.